giovedì 7 dicembre 2017

Iris alla crema

Ciao Amore, 
ieri mattina il ragazzo del bar mi ha guardato dritto negli occhi e ha detto: “Stefy, oggi c’è un dolce nuovo, si chiama Iris vuoi assaggiarlo? Lo conosci?”. 
Ho sorriso come una stupida annuendo appena, ho pensato a questo stesso periodo dell’anno scorso, e non ho potuto non immaginarti dire: “Quello non è un Iris,  non lo stai mangiando a Catania all’ombra dell’Elefante. Con me che ti tengo la mano e ti spiego perché puoi prenderlo alla crema e non al cioccolato! Il primo almeno”.
La cosa strana è che tu sei spesso nelle mie giornate, come l’odore dell’inverno. Mi chiedo cosa fai. Se hai cambiato qualcosa nel tuo ufficio. Se hai deciso di gettare qualcuna delle tua camicie un po’ ridicole.
Ormai non sei più davvero nella mia vita e non so nemmeno perché ho deciso di scrivere di e per te. Lo so, la colpa è solo mia, lo faccio sempre. Allontano tutto quello che si avvicina troppo e che potrebbe mancarmi se fuggisse via dal disastro che sono.
Tra me e te c’era qualcosa di vero però, non devi mai dubitarne. Vero come il profumo delle rose gialle e come il suono di una campanella. Credo di averti amato, a modo mio. Se fossi stata una persona che resta, sarei sempre tornata per ritrovarti. Ma non lo sono, ed ora resta solo un bel ricordo di serate a parlare ore intere. 
In definitiva, il mio primo Iris l’ho mangiato. Era buono, ma non quanto lo sarebbe stato se ci fossi stato tu, il mare, l’Etna e l’Elefante.
Stefania Leonoir