Fasci di luce dell'immensa sfera lunare, ricamata in rosso, attraversano le persiane semiaperte disegnando linee orizzontali su di noi. Stesi, su quel letto non nostro, in quell'anonimo hotel. Le nostre anime e i nostri corpi, nudi.
Mossi dalla consapevolezza che questo solo incontro, è l'unica parentesi per vivere il nostro amore maledetto da un fato meschino.
La vita non era stata generosa con noi facendoci conoscere. Non possiamo stare insieme, ma divisi siamo morti.
Poche ore fa, sentendo il suo odore la prima volta, ho avuto la consapevolezza, chiara come un'alba, che non avrei sentito mai più qualcosa di così perfetto per me. I suoi occhi petrolio, tristi e buoni, mi guardano più in profondità di qualsiasi altro. Lui mi respira sull'anima.
Si muove piano, ridestandosi dal placido sonno in cui era caduto, dopo aver fatto l'amore. L'amore, in modo vero e tanto intenso da essere emozione pura. Socchiude gli occhi, mi vede e sorride, mi stringe ancora più forte, sospira e intreccia le sue gambe alle mie. Sto per andar via, lui lo sa, l’ha capito, verso una vita che non ho mai sentito mia, a causa di finte convenzioni sociali.
- Credo sia il momento per me di andare, amore.
- Dolce Amelia, mai parola è stata più azzeccata, amore, senti che suono bello. A M O R E, un suono che comincia dolce, per finire ingarbugliato dal capriccio di una R. Non andar via, resta per sempre in questo letto con me, come se non ci fosse un domani.
Le lacrime sgorgano lente, lo stringo forte, tanto da togliergli il respiro. E' un addio a cui non posso sottrarmi. Scendo dal letto, mi vesto, sotto il suo sguardo triste, lo bacio, l'ultima volta.
Stefania LeoNoir
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