venerdì 29 marzo 2019

In una giornata di marzo che profuma di luglio

Nell’aria intrisa di sole potevi quasi toccare l’estate. Era marzo ancora, ma il caldo anticipato le metteva addosso l’allegria di luglio ed il costume da bagno. La vecchia sedia a sdraio di legno e tela grezza aveva visto giorni migliori, ma la incorniciava come in un vecchio film anni ‘50. Le cuffie bianche, decisamente fuori posto in quel quadro retrò, permettevano a Gino Paoli di farle sentire ancora di più quella finta stagione ed il sapore del sale e della salsedine. Avrei voluto essere il sole e baciarle ogni centimetro di pelle esposta.

Poi il miracolo, una piccola perla di sudore nato dalla sua gola nuda comincia il meraviglioso percorso che la porta ad attraversare il suo piccolo seno. Prosegue imperterrita, incurante dei miei occhi affamati, le attraversa la pancia con la lentezza snervante che porta alla pazzia.

Muore solitaria e silenziosa nella coppa del suo ombelico, dopo aver raccontato la poesia del suo corpo dolce. In una giornata di marzo che profuma di luglio.

Stefania LeoNoir