Mi era dato solo di guardarlo da lontano, come si fa con certi posti belli da morire, che ti restano dentro, che ti regalano brividi ma che puoi guardare solo su di una foto.
Avevo, qualche volta, la parvenza di un suo sguardo, per un momento. Un semplice attimo in cui l'universo per me terminava con le sue ciglia.
A volte mi dedicava un sorriso distratto, lasciato lì, per farmi impazzire, per ricordarmi che nel mondo la perfezione esiste e che io potevo solo incantarmi dinanzi ad essa.
Il suo profumo era lo stesso che dovrebbero avere i ricordi malinconici, quelli che ti tornano in mente nelle sere d'inverno senza luna. Pensieri tristi e meravigliosi, di un periodo lontano, che non torna e la cui mancanza brucia come la sete.
Conoscevo ogni suo centimetro di pelle chiara e ogni difetto che natura gli aveva regalato per renderlo il mio più grande rimpianto.
Non potevo averlo, ma era mio più che di chiunque altra.
Stefania LeoNoir
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